Saline o silicone: Scegliere la protesi mammaria

Gli impianti mammari rappresentano una soluzione per chi desidera aumentare il volume del seno o ricostruire il seno dopo un intervento chirurgico per il cancro o un infortunio (ricostruzione). Esistono due principali tipi di impianti: salini e in silicone.

Differenze tra impianti salini e in silicone:

Impianti salini: Questi impianti sono riempiti con acqua salina sterile. Generalmente vengono inseriti vuoti e riempiti una volta in posizione. Sono disponibili per persone di età pari o superiore ai 18 anni per l’augmentazione del seno.

Impianti in silicone: Contengono un gel di silicone e sono ritenuti dai più simili al seno naturale per aspetto e sensazione. Sono disponibili per persone di età pari o superiore ai 22 anni per l’augmentazione, e a qualsiasi età per la ricostruzione del seno​​.

Rischi associati agli impianti mammari:

Entrambi i tipi di impianti presentano rischi simili, inclusi la formazione di tessuto cicatriziale che modifica la forma dell’impianto (contrattura capsulare), dolore al seno, infezioni, cambiamenti nella sensazione del capezzolo e del seno (spesso temporanei), perdite o strappi.
Inoltre, esiste un basso rischio di sviluppare un tipo di cancro chiamato linfoma anaplastico a grandi cellule associato all’impianto mammario (BIA-ALCL), specialmente con impianti con un guscio esterno testurizzato o in un certo tipo di guscio di plastica chiamato poliuretano​​.

Cosa accade se un impianto si rompe:

Impianti salini rotti:

Un impianto salino rotto si appiattisce, modificando la dimensione e la forma del seno. La soluzione salina che fuoriesce non è considerata un rischio per la salute, ma è necessario un intervento chirurgico per rimuovere il guscio di silicone e, se desiderato, inserire un nuovo impianto.

Impranti in silicone rotti:

La rottura di un impianto in silicone potrebbe non essere immediatamente evidente, poiché il silicone tende a rimanere intrappolato nel tessuto cicatriziale che si forma attorno all’impianto, noto come rottura silenziosa. Il gel di silicone che fuoriesce generalmente non causa problemi di salute, ma può migrare in altre parti del corpo. Un impianto in silicone rotto potrebbe causare dolore al seno, ispessimento del seno o cambiamenti nella forma del seno. Anche in questo caso, potrebbe essere necessaria la rimozione chirurgica dell’impianto, con la possibilità di inserire un nuovo impianto contemporaneamente​​.

Sicurezza delle protesi mammarie:

Sia gli impianti salini che quelli in silicone sono considerati sicuri, e la ricerca sulla loro sicurezza e efficacia è in corso​​.  È importante comprendere che gli impianti mammari non impediscono il cedimento del seno. Inoltre, non sono garantiti per tutta la vita e spesso necessitano di essere sostituiti per vari motivi, incluso il rischio di rottura e la formazione di tessuto cicatriziale a seguito dell’intervento. Dopo l’intervento, le mammografie potrebbero essere più complicate e potrebbe essere necessario un controllo MRI. Gli impianti mammari potrebbero interferire con l’allattamento al seno e non sono generalmente coperti dall’assicurazione se il motivo dell’intervento è puramente estetico. In caso di rimozione degli impianti, potrebbe essere necessario un ulteriore intervento chirurgico, come un sollevamento del seno, per regolare l’aspetto delle mammelle​​.

https://www.mayoclinic.org/healthy-lifestyle/womens-health/in-depth/breast-implants/art-20045957

Rottura delle protesi. Quali complicazioni?

Gli impianti mammari, utilizzati sia per l’ingrandimento (augmentation) che per la ricostruzione del seno (dopo un intervento chirurgico per il cancro o un infortunio), sono disponibili in due tipi: quelli riempiti di soluzione salina e quelli riempiti di gel di silicone. Entrambi i tipi hanno un guscio esterno in silicone, ma differiscono per il contenuto e la sensazione al tatto. Gli impianti salini sono riempiti con acqua salina sterile e sono disponibili per persone dai 18 anni in su, mentre quelli in silicone, che tendono ad assomigliare di più al seno naturale, sono disponibili per persone dai 22 anni in su per l’ingrandimento e a qualsiasi età per la ricostruzione​​.

Entrambi i tipi di impianti presentano rischi simili, tra cui la formazione di tessuto cicatriziale che altera la forma dell’impianto (capsular contracture), dolore al seno, infezione, cambiamenti nella sensazione del capezzolo e del seno (spesso temporanei), e il rischio di perdite o strappi. Potrebbe essere necessario un ulteriore intervento chirurgico per rimuovere o sostituire gli impianti in caso di questi problemi. Esiste inoltre un basso rischio di sviluppare un tipo di cancro noto come linfoma anaplastico a grandi cellule associato agli impianti mammari (BIA-ALCL), specialmente con impianti con un guscio esterno testurizzato o in poliuretano​​.

In caso di rottura dell’impianto, la procedura varia a seconda che si tratti di un impianto salino o di silicone. Se si rompe un impianto salino, questo si appiattisce, modificando la dimensione e la forma del seno, ma la soluzione salina che fuoriesce non rappresenta un rischio per la salute. Per gli impianti in silicone, una rottura può non essere immediatamente evidente poiché il silicone tende a rimanere intrappolato nel tessuto cicatriziale che si forma attorno all’impianto, noto come rottura silenziosa. Sebbene il gel di silicone fuoriuscito non sia considerato dannoso per la salute, può spostarsi in altre parti del corpo. La rimozione del silicone al di fuori del seno è spesso evitata a causa del rischio di danneggiare altri tessuti​​.

Prima di optare per gli impianti mammari, è importante considerare alcuni aspetti. Gli impianti non impediscono al seno di cedere e potrebbe essere necessario un sollevamento del seno oltre all’impiantazione. Gli impianti non sono garantiti per tutta la vita e spesso necessitano di sostituzione a causa di rotture o formazione di tessuto cicatriziale. Dopo l’intervento, il seno continua a cambiare a causa di fattori come l’invecchiamento e le variazioni di peso. Le mammografie potrebbero diventare più complicate e potrebbe essere necessario un esame con risonanza magnetica, specialmente per chi ha impianti in silicone. Gli impianti mammari possono anche interferire con l’allattamento e generalmente le spese relative non sono coperte dalle assicurazioni se l’intervento è esclusivamente estetico. In caso di rimozione degli impianti, potrebbe essere necessario un ulteriore intervento chirurgico per adattare l’aspetto del seno​.

Lipofilling del seno

È una metodica di chirurgia plastica al seno che consente di incrementare i volumi di specifiche zone corporee mediante un autotrapianto di tessuto adiposo estratto da un’altra zona del corpo del medesimo soggetto. Recenti ricerche hanno dimostrato che la tecnica deve essere usata solo in alcuni specifici casi perché la stesse potrebbe presentare alcune complicazioni ed effetti collaterali rilevanti. In particolare è noto che il tessuto adiposo infiltrato tende a riassorbirsi anche solo parzialmente. Il riassorbimento dell stesso lascia segni nella sede d’infiltrazione che potrebbero essere confusi durante una mammografia con il tumore al seno. In questo caso la gestione della paziewnte diventa complicata perché ogni mammografia evidenzierebbe tale condizione nascondendo con un risultato falso positivo eventuali veri problemi.

La procedura di lipofilling segue un protocollo scientifico autorevole formato in tre fasi consecutive.

  1. Raccolta delle adipocita da una zona donatrice con la procedura della liposuzione.
  2. Preparazione delle adipocita prelevate con una centrifugazione specifica con caratteristica tale da separare le cellule di grasso dal resto.
  3. Reiniezione del materiale centrifugato con una metodica tridimensionale che aiuta la angiogenesi, necessaria per la sopravvivenza cellulare.

Lipofilling del seno : Difetti estetici correggibili

I problemi estetici comunemente corretti con la metodica del lipofilling al seno sono:

  1. Scarsa copertura della protesi mammaria
  2. Asimmetria mammaria
  3. Volume del seno lievemente insufficiente
  4. Avvallamenti

Il lipofilling al seno attualmente è consigliato solo al di fuori del perimetro della ghiandola mammaria e unicamente per piccole correzioni. Per aumentare il volume del seno è consigliabile invece scegliere la mastoplastica additiva. Questa procedura rimane attualmente la più sicura ed efficace.

 

Lipofilling al seno: Costi della procedura

La tecnica chirurgica in questione ha un range molto ampio di costo in quanto è ipotizzabile un piccolo intervento con un basso volume adiposo trasferito oppure un lipofilling importante con un alto volume di grasso trasferito. In alcuni casi si programma più di una sessione per aumentare il volume in maniera considerevole.

Mastopessi e riduzione del seno

La mastoplastica riduttiva
È un intervento che ha lo scopo di ridurre e rimodellare il seno mediante l’asportazione del tessuto adiposo e ghiandolare. Oltre che per ragioni estetiche, la mastoplastica riduttiva viene eseguita anche per prevenire eventuali danni alla colonna vertebrale dovuti al portamento e alla postura delle donne con un seno eccessivamente pesante.

La mastopessi
Con questo intervento è possibile correggere la ptosi mammaria o mastoptosi, ossia il seno cadente. L’intervento consiste nel sollevare più in alto la mammella e fissarla alle costole o ai muscoli pettorali.
Se, oltre ad avere un aspetto cadente, il seno appare anche come svuotato, durante l’intervento è possibile restituirgli consistenza inserendo una protesi. Procedendo il processo di invecchiamento può essere necessario ripetere l’intervento.

Come sono fatte le protesi mammarie

L’involucro esterno di tutte le protesi è formato da un elastomero di silicone; varia, invece, il materiale presente all’interno: la maggior parte delle protesi sono riempite con silicone gelificato costituito per circa il 10% di olio di silicone e per il 90% di gel polimerizzato. Le protesi riempite di silicone gelificato sono le più diffuse, gelificato anche perché il silicone è un materiale ampiamente studiato. In passato, le protesi sono state accusate di favorire l’insorgenza del cancro al seno e di alcune malattie autoimmuni. 1 numerosi studi effettuati al riguardo hanno però sempre smentito queste accuse.

Mastoplastica additiva

La mastoplastica additiva si esegue per ingrandire un seno di piccole dimensioni o in caso di ptosi mammaria, ovvero di un abbassamento del seno dovuto a un cedimento del tratto fibroso tra i lobuli delle ghiandole mammarie. L’intervento consiste nell’inserimento di due protesi e generalmente viene eseguito in anestesia generale. La degenza dura un paio di giorni e la guarigione completa avviene in un paio di settimane. Una protesi al seno dura mediamente 15 anni; può essere necessario sostituirla se il seno si indurisce. La protesi, in ogni caso, andrà controllata almeno una volta all’anno. Dopo aver subìto un intervento di mastoplastica additiva è possibile allattare perché la ghiandola mammaria resta intatta. È molto importante, prima di sottoporsi alla mastoplastica additiva, porsi il problema di come ci si sentirà dopo. Non è detto che ci si abitui a un seno nuovo; il ritocco chirurgico, infatti, incide su tutto I aspetto del corpo e impone, in certi casi, anche cambiamenti di postura e di portamento. Né va dimenticato che un intervento di questo tipo, che prevede l’introduzione di una protesi, potrebbe incidere negativamente sul desiderio sessuale del partner, il quale, proprio per questa ragione, dovrebbe essere coinvolto nella decisione se fare o non fare l’intervento.

Chirurgia estetica seno

Non accettare il proprio corpo a causa di un “seno brutto” o immaginato tale crea una serie di problemi psicologici che la chirurgia plastica sembra poter eliminare. Va però ricordato che molto spesso l’insoddisfazione per il proprio corpo nasce non da come è fatto il corpo, ma da una condizione psicologica di insicurezza che può avere radici nascoste e molto profonde: e una condizione psicologica non può essere migliorata acquisendo 1-2 taglie di reggiseno in più (oppure in meno). Prima di decidere di ricorrere alla chirurgia plastica per modificare il proprio seno, è perciò opportuno riflettere molto bene, consigliarsi con un amico saggio oppure con uno psicologo, e anche domandarsi se non si stiano inseguendo assurde mode. A un intervento di chirurgia plastica ricostruttiva è invece opportuno ricorrere per i problemi, ben più gravi, derivanti dall’asportazione parziale o totale di una o di entrambe le mammelle a seguito di un cancro al seno.